GIUDIZI UNIVERSALI: Alessio Bernabei – “NOI SIAMO INFINITO” (recensione di Giuseppe Rondinelli)
Mi approccio all’ascolto di questo primo disco da solista dell’ex-frontman degli idolatrati Dear Jack, con estremo candore e privo di ogni sciocco pregiudizio che vorrebbe qualsivoglia partecipante a qualunque talent televisivo, presto candidato alla gogna di certa critica. Un bel disco, lo è a prescindere dai trascorsi del suo interprete, tenendo oltretutto in considerazione che queste “palestre” televisive musicali, in fondo, i critici stessi dovrebbero ricordarle ogni giorno nelle preghiere serali, dato il risveglio discografico che hanno saputo portare alla nostra musica pop e vista l’ormai nuova occupazione da “giurato” che molti di loro vi hanno trovato. Sentiamo dunque cosa ha da dirci questo ventitreenne di Tarquinia (VT), già venerato da sue coetanee e non, anche se la sua prima partecipazione sanremese non gli ha portato più che il quattordicesimo posto…
- NOI SIAMO INFINITO, si parte proprio dal pezzo portato in gara al Festival durante il quale, classifica finale a parte, ha perlomeno incuriosito per la sua travolgente esibizione sul palco anche chi non lo conosceva affatto. Costruito pensando un po’ a FATTI AVANTI AMORE di Nek, a sua volta ispirata alle recenti produzioni di band come i Coldplay, per le sue caratteristiche è un pezzo sicuramente accattivante e un po’ “ruffiano” nei confronti delle radio, che infatti non hanno esitato a programmarlo in quantità, ma perfetto per lui. Voto: 7.
- MONDO PICCOLO, brano decisamente interessante, ha un bel suono scorrevole e potente al tempo stesso su cui la bella voce a vocazione “r&b” del giovane virgulto può adagiarsi comodamente. Lui è molto bravo ad adattarla a seconda dell’atmosfera del momento, passando da un falsetto ad un acuto con disinvoltura. Era un po’ che non si sentiva in giro qualcuno con questa versatilità nell’ugola. Scopro solo dopo l’ascolto che a comporre la melodia sia stato lui stesso. E’ un merito in più. Voto: 8.
- IO E TE = LA SOLUZIONE, ecco questa è sicuramente più “convenzionale”, ma non banale, beninteso. Diciamo che è quello che ci vuole per ricostituirsi con il mondo pop a cui lui, com’è lecito, aspira, toccando persino cime easy-rock. Anche qui la sua performance ha dei guizzi molto apprezzabili. Ha il pregio di rimanerti subito in testa, ma la trovo meno sorprendente di altre. Voto: 6,5.
- L’AMORE COS’E‘, molto più efficace questo, con il suo tappeto ossessivo sotto cui sarebbe difficile nascondere la polvere se non si avessero nelle corde vocali i mezzi che sappiano supportarlo al meglio. Queste atmosfere di solito consentirebbero di essere gustate in un video di quelli che giocano tra i colori al tramonto ed il bianco e nero e in cui la parola d’ordine è: “scuotere gli ormoni vibranti delle fans”. Non a caso si tratta di una cover, riadattata in italiano dal rapper Fred De Palma. Immaginazione a parte, ascoltata con due belle casse che ne esaltino i bassi, fa la sua bella figura. Voto: 7,5.
- LA TUA BELLA PELLE BIANCA SENZA NEI, partendo dal fatto che il titolo è azzeccatissimo e fa comunque effetto, questa traccia del disco fa senz’altro effetto. Vuoi per l’immediatezza del ritratto femminile che vi si narra, vuoi perchè anche stavolta Alessio da una buona prestazione vocale che a volte ti fa persino distrarre da tutto il resto. Nel testo qualche idea in più che giustificasse un titolo così originale non avrebbe guastato, anche non aspirando per forza ad una durata così breve della canzone, da “radio edit”. Voto: 7.
- SCORDARE NOI, non so se sarà prevista una versione per il mercato latino dell’album, ma nel caso nei paesi ispanici, con dovuta traduzione ci andrebbero pazzi, dato che possiede tutte le caratteristiche a loro care. Soprattutto all’inizio si viaggia un po’ all’andata con Marco Mengoni e al ritorno con Tiziano Ferro, ma il viaggio lo offre sempre gentilmente Bernabei. Voto: 6,5.
- OBBLIGO E VERITA’, pare di vederlo con una rosa rossa in mano, esternare questa dichiarazione d’amore e d’intenti per il futuro insieme ad una bella ragazza. Peraltro gli intenti sono pure richiesti, quindi è una dichiarazione ed una preghiera insieme. Insomma, dai è un brano fatto apposta per compiacere ed emozionare le sue ammiratrici, d’altronde ricordiamoci che l’anno di nascita della stella nascente della nostra musica leggera, è il 1992. Voto: 6,5.
- DUE GIGANTI, potrebbe benissimo essere il singolo estivo previsto, per infiammare spiagge e discoteche all’aperto. Oppure da ascoltare sdraiati su un lettino battendo il piede per il ritmo. Istituzionalmente “dance commerciale”, non ha molte pretese di volare alto coi contenuti, ma siamo qui ad ascoltare un disco pop noi, non siamo ad un “reading” alla Versiliana. Voto: 6.5.
- NELL’ISTANTE DI UN ADDIO, è tra quelle che mi piacciono di più finora ed è, paradossalmente, la più semplice e priva di artifizi di maniera. Un bagno molto “soul”, con rinfrescante bagnoschiuma alla menta, laddove l’essenza è rappresentata dal suo canto soffuso e solo a tratti più convinto e virtuoso. Bella poi la sceneggiatura del testo, che sa rendere davvero l’idea dei sentimenti provati da un giovane al momento della separazione, compreso l’evocato battito cardiaco della base. Voto: 8.
- FRA LE NUVOLE, questa mi piace ancor più della precedente ed è ancora più soul, se possibile. Qui gli si è dato modo di essere davvero più genuino e sincero che altrove e lui ricambia con risultato senza fronzoli, ma non per questo da “low-cost”, dando semmai la sensazione di saper essere interprete sul serio e lasciando ben sperare per investimenti futuri. Voto: 8.
- NOI SIAMO INFINITO (acoustic version), come sospettavo: sbucciata da tutto quell’involucro fatto di fuochi d’artificio d’effetto, ma anche più freddini e già sentiti, il brano festivaliero ne guadagna in qualità ed originalità. C’è proprio da esser certi che in fase compositiva sia nato, in fondo, più su questo canone che in quello costruito in seguito. Al prossimo disco toglietene il più possibile, lui non ne ha bisogno. Voto: 8.
- A MANO A MANO (con Benji e Fede), un capolavoro di Riccardo Cocciante inciso anche da Rino Gaetano, in questa rappresentazione con le “music-webstar” nostrane più famose al momento tra i giovanissimi, già sentita durante la serata delle “cover”, sempre sul palco dell’Ariston. Mi lascia perplesso, lo confesso. Se da una parte apprezzo molto che un classico sia portato a conoscenza anche delle nuovissime generazioni, dall’altra penso che quando ci si trovi davanti a cotanto pezzo, gli si debba anche una certa sacralità che questo arrangiamento scarno e poco credibile, invece ci restuisce. Voto: 5.
Si coglie proprio l’intenzione dei discografici del giovanotto laziale: quella di emanciparlo sin da subito dal mondo rosa-shocking delle copertine dei periodici per teenagers. E fanno benissimo, perchè più lo ascolto cantare più trovo che sia una delle voci più interessanti tra quelle più recentemente emerse. Proprio per questa ragione esorterei al prossimo lavoro, di dargli davvero quella possibilità da lui già auspicata, di essere più cantautore che cantante, anche perchè mi risulta che il nostro abbia una certa preparazione strumentistica alle spalle che glielo consentirebbe senza molti problemi. Qui, come in qualche immagine evocata in qualche traccia, si tasta nell’aria che il distacco dalle ululanti ragazzine, non abbia voluto essere coraggiosamente definitivo, facendolo passare solo dal liceo all’università. Ma il trascorrere del tempo e la fine degli studi lo porteranno senza ombra di dubbio a debuttare tra i grandi, se ben seguito e supportato. Nel complesso questo disco è comunque apprezzabile “a cuor leggero”, nella speranza che il flirt estivo si trasformi in una relazione stabile. Voto globale: 7,5.