GIUDIZI UNIVERSALI: Emis Killa – TERZA STAGIONE (recensione di Giuseppe Rondinelli)
Lui, il quasi ventisettenne Emiliano Rudolf Giambelli, è di quelli che ti fanno simpatia al primo incontro. Vuoi per la genuinità che solo chi è cresciuto in periferia ha nel DNA, vuoi perchè ti rendi conto da subito che il suo è un “messaggio” sincero ed onesto, come chiunque altro abbia la sua età dovrebbe professare. Il nostro è stato immediatamente ben compreso dalla sua stessa generazione, sin dalle prime gare di freestyle a cui prendeva parte, spesso vincendole, reputandolo ottimo portavoce di gioie e dolori del vivere quotidiano. Dopo aver portato in vetta i suoi precedenti album ora è tornato con un nuovo lavoro intitolato TERZA STAGIONE, che nonostante il titolo è il quarto della sua carriera ed è già balzato al primo posto in classifica. Dunque sono particolarmente incuriosito da cotanto clamore e, pur conscio di conoscere già ben cinque brani già estratti nel tempo come singoli, mi accingo seduto comodo comodo ad ascoltarlo insieme a voi, per vedere che effetto mi fa…
- DAL BASSO, si parte appunto con il terzo estratto, lanciato in radio e su YouTube alla fine di settembre. Già col botto mi viene da dire, con un chiaro segnale che stavolta il rapper si sia risvegliato di colpo e abbia steso con un pugno la popstar. E’ una sorta di sfogo molto duro il suo, che va assolutamente riascoltato più di una volta per assorbirlo in pieno e coglierne gli strali ben assestati contro chi quand’era sconosciuto non lo calcolava nemmeno ed ora lo esalta. Tema certamente molto abusato nell’ambiente rap, ma qui ben presentato con una base ossessiva e sgradevole come è giusto che sia. Voto: 7.
- NON ERA VERO, questo invece è stato il primo singolo reso noto, già lo scorso mese di maggio. Mi piace molto di più quando un rapper piuttosto che essere autoreferenziale (come spessissimo accade) voglia invece interloquire con il proprio pubblico. Lui lo fa in questo brano, cercando di dar loro la sveglia e farli disilludere da ciò che viene loro detto tutti i giorni da “gli altri”. Anche qui c’è una chiara intenzione di voler tornare indietro verso le sue origini musicali. Voto: 7,5.
- PRIMA CHE SIA LUNEDI’, ci si calma un po’ per fortuna e, ora si apprezza più il cantante che il macinatore di parole. Se non fosse per il riferimento “ad andare a casa insieme a fumare marijuana”, avrebbe persino l’innocenza di una canzone adolescenziale di Pupo, quando aveva la sua stessa età (può essere anche un complimento!). Non è certo un’ugola d’oro il brianzolo, ma non è un requisito che gli si richiede per passare l’esame. Voto: 7.
- ITALIAN DREAM, interessante ed anche un po’ inquietante canzone che, come nei film di Dario Argento il suono di un carillon innocente introduceva spesso il più efferato degli omicidi, qui viene introdotta da un coro di bambini. La mazzata è data dal testo crudo perchè vero, verissimo, quasi toccante e senza particolari artifizi. Si limita a rappresentare la dura realtà di molta gente normale che sogna di cambiare la propria esistenza e che deve accontentarsi. Il contrasto tra le due cose è affascinante. Voto: 8,5.
- QUELLO DI PRIMA, altro singolo estratto in anticipo. Si ribadisce il concetto un po’ autocelebrativo di “quello che ero e quello che sono”. Mi diverte però che a differenza di molti altri suoi colleghi che fanno delle proprie umili origini il vessillo di un’intera carriera (pur vivendo da anni tra agi e vita dorata) lui almeno, senza ipocrisie, dimostra la fierezza di essere chi è senza rimpianti. Insomma suona più come un “ora che ho tutto me lo tengo stretto e si fotta lo sfigato che ero”. Voto: 7.
- PARIGI feat. Neffa, brano attualmente in promozione e primo duetto della playlist, con il prode ex “Messaggero della Dopa”. L’illustre collega ha già dimenticato da tempo il rapper che era in lui ed ora è tra i più apprezzati cantautori 2.0. E’ una canzone d’amore r&b di costruzione classica che ricorda molto lo stile degli zii Gemelli Diversi, anche per vocalità. Non so, da una coppia come loro forse mi aspettavo qualcosa di più dirompente o, almeno, d’effetto. Voto: 6.
- UNO COME ME, altra canzone autobiografica che suona alla fine come autocelebrativa, anche se cerca di disegnare la figura di un “perdente” ai bordi delle strade. Trovo un po’ ripetitivo l’argomento trattato e visto il fatto che l’album si compone di altre sedici tracce, non mi sembra che questa aggiunga nulla al discorso globale e tantomeno a quello musicale. Voto: 5.
- NON E’ FACILE feat. Jake La Furia, il noto componente dei celebrati Club Dogo, attualmente in fuga solitaria, viene chiamato in gioco per fare da “spalla” alla narrazione delle liriche. Anche questa è costruita in modo molto didattico, con ben poche novità di fondo. Si evince più che altrove, semmai, l’intenzione di voler essere “radiophonically-correct” e in questo (ahimè) riesce bene. Voto: 6.
- JACK, ecco finalmente qui usciamo un po’ dal seminato e almeno spiamo al di la della recinzione per vedere chi ci abita affianco. Si, vabbè alla fine spesso ricade nell’autocitazione e sembra ancora un pretesto per farlo, il suo “vecchio amico” raccontato… ma mi piace quest’immagine di cattiva compagnia e poi il rap da “alterato” che ha inserito in coda mi sembra molto efficace. Finora la mia preferita. Voto: 9.
- ALL’ALBA DELLE 6:00 feat. Coez, altro duetto fatto stavolta con il collega di successo, anche in questo caso utilizzato più come amico che gli da manforte, piuttosto che come seconda voce o contraltare. Insieme fanno i “bei tenebrosi”, belli e dannati, con una storia d’amore sofferta e disperata su cui elaborare ancora il lutto. Nell’esecuzione vocale ricorda un altro pezzo qui inserito, quel CULT di cui parleremo tra poco. Anche in questo duetto si poteva dare di più. Voto: 6,5.
- SOPRAVVISSUTO feat. Fabri Fibra, prima ancora di ascoltarla confesso di aspettarmi molto da questo duetto, perchè ho buona stima di entrambi e al celebrato collega riconosco di aver aperto la strada ad un nuovo modo di intendere i rapper al giorno d’oggi, una sorta di caposcuola. Apprezzo subito una cosa che ho già notato in altre sue interpretazioni, ovvero lo sforzo di voler sparigliare le carte sul tavolo nella ricerca di nuovi stilemi, nuovi linguaggi forse. Infatti devo dire di apprezzare più la sua parte in questa traccia, di quella del titolare del disco, che si limita anche stavolta a ribadire le sue origini . Voto: 7,5.
- SU DI LEI, sì sì, il titolo vuol proprio dire quello… Lui è su di lei proprio fisicamente e vuole descriverci l’atto, le sensazioni e persino i mugolii e i rantoli dell’amplesso e il suo machismo virile sullo sfondo costantemente, per autocelebrarsi anche come amante, evidentemente. Nessun moralismo per carità, ma se penso che una volta alle fans dei cantanti in voga bastava lo sguardo penetrante di una foto del proprio idolo per andare in visibilio… Speriamo ci si fermi qui nel ricercare modi nuovi per far affermare un cantante. Voto: 6.
- CULT, singolo estivo dal discreto successo che, come tale, ha tutte le caratteristiche di un brano da consumarsi con la cannuccia sdraiati sul lettino. Sin dai tempi insospettabili in cui un tale Max Pezzali lanciò nelle sue canzoni questo “amarcord” in cui l’elenco di discoteche di moda in passato, le abitudini da sabato sera e il rimpianto per la giovinezza persa, la cosa mi era sembrata alquanto facile e di poca creatività. Non ho cambiato idea, purtroppo. Voto: 6.
- 3 MESSAGGI IN SEGRETERIA, alle giovanissime sue estimatrici, il testo di questo brano piacerà moltissimo perchè in fondo è quello che le rappresenta meglio nel quotidiano dei loro “drammi sentimentali” del momento. Forse addirittura aprirà loro gli occhi su cosa accade dall’altra parte della cornetta a loro insaputa e si daranno molte risposte. In questo senso ha la sua utilità, ma me ne vengono in mente poche altre putroppo… Voto: 5,5.
- BUONANOTTE feat. Maruego, compagno di “scuderia discografica”, bravo rapper di origine marocchina, in questo duetto apporta davvero un certo valore aggiunto, anche grazie al supporto dello “scratch” nella base ad opera di Telaviv. Mi colpisce proprio l’atmosfera beduina di questa traccia che sa quantomeno lasciare un’impronta originale sul tappeto. Voto: 7,5.
- VECCHIA MANIERA feat. Jiso e Jamil, eddai basta! Ancora questa storia delle difficili origini e del fango preso con le mani e, soprattutto l’ennesima citazione di se stesso. Lo abbiamo capito Emis, sei uno che si è fatto da solo, che nonostante tu sia uno che ha venduto tanti dischi sei rimasto lo stesso, ma ora facci capire cosa vedi davanti a te, come pensi di guardare al di la del tuo naso. Salvo solo l’utilizzo degli altri rapper come “testimoni” di ciò che lui afferma, ma mi duole rilevare che ancora una volta, questa traccia aggiunge poco all’insieme. Voto: 6.
- VESTITI SPORCHI, sentiamo un po’ come si è deciso di chiudere il discorso, speriamo con qualche altro argomento… Eh, come temevo invece si torna sempre sulle stesse situazioni, sui continui egocentrismi e ben poco altro, nemmeno un’apertura verso un prossimo lavoro con sembianze diverse da questo. Voto: 5.
Che il ragazzo abbia stoffa da vendere anche ai cinesi e di attitudine in ciò che fa, pure. La sua maniera ed il suo modo sono fuori discussione. Ma quello che va deciso una volta per tutte è che fare di lui per il futuro perchè ora come ora la giovane età gli permette ancora (sempre meno) di raccontarsi, di raccontare i suoi trascorsi e di muovere critiche verso il mondo che lo circonda senza aver paura di essere persino ripetitivo, ma ciò che dovrà essere un nuovo corso va quanto prima individuato, altrimenti l’allarme rosso potrebbe scattare inesorabile. Poteva essere una buona occasione quella dell’uscita di questo album, in cui le tematiche trattate nei testi e le suggestioni avrebbero dovuto guardare con più convinzione anche agli argomenti caldi dei nostri giorni o ai veri problemi della sua generazione, da non ricercare soltanto nei rapporti con “le tipe” o nella polemica aperta verso chi un tempo lo maltrattava ed ora lo elogia, cose che alla lunga lo rendono un bel po’ monotono, non giustificando le ben diciassette tracce. Insomma voler dimostrare che gli assi nella manica dovessero ancora essere estratti. Quello che invece emerge da questo disco è un bravo artista, con buone attitiudini, che però sembra sia ancora tutto intento a spiegare la scelta dei propri tatuaggi, ma non ancora il loro significato. VOTO GLOBALE: 6,5.