SANREMO 2016. UNA SECONDA SERATA ANCORA UN PO’ TROPPO INAMIDATA di Giuseppe Rondinelli
L’edizione dello scorso anno era partita come quella in corso, con il freno a mano inserito sia dal conduttore che dall’intera macchina organizzativa. Però la seconda era andata decisamente meglio, tronfia dei buoni ascolti che andavano via via crescendo senza sosta e che hanno fatto da subito perdere la tensione. Ebbene, questo allegro disimpegno, ahimé quest’anno sembra ancora lontano ed è un vero peccato. Stavolta nel teatro e oltre gli schermi televisivi c’è una strana aria di stanchezza e soprattutto non c’è alcuna voglia di scombinare un po’ il rituale. Sia chiaro: nessuno chiede ad un’autorevole istituzione del genere di darsi alla pazza gioia e di somigliare più ad un raduno rock, ma di concedersi qualche “infrazione” delle proporzioni di uno stop non rispettato, questo sì… Il conduttore sembra a volte voler usare appositamente toni entusiastici e aizzanti per cercare inconsciamente di risollevare gli (a volte) sbadiglianti telespettatori con un’incitazione, una gomitata, ma allo stesso tempo i tempi scanditi a volte sembrano poco resuscitabili. Stasera poi nemmeno l’ospite d’onore superstipendiata, la lunare Nicole Kidman, sembrava aver trovato attorno a se l’alchimia giusta per essere un valore aggiunto allo spettacolo, risultando una specie di “intrusa” al pari di una lontana parente in visita non preannunciata. Cosa dire poi dei valletti Gabriel Garko, sempre più imprigionato nel ruolo di “tenebroso congelato” dalla poca dialettica e di Madalina Ghenea che cerca di far qualcosa, ma che alla fine riesce solo a far la parte già interpretata da fin troppe sue precedenti omologhe. Ah, se non ci fosse Virginia Raffaele tuttofare su quel palco, coi suoi personaggi riusciti e multiforme a dare una botta di vita a questo Festival… E che la serata delle “cover” dia quella pacca sulle spalle d’incoraggiamento a tutti…